La kickboxing raccontata a mia mamma





"Kingbox? chicche e bocse? kick boss?" "No, kick-boxing, calci e pugni!"
Ecco, di base la kickboxing è questo: pugilato più i calci derivati dalle arti marziali.
Tutti ormai conoscono almeno il karate, che gli americani importarono dal Giappone dopo l'ultima Guerra Mondiale. Già alla fine degli anni ’60 il karate era diventato uno sport professionistico, duro ma...un po' noioso per il pubblico.
Gli atleti iniziarono a cercare forme di combattimento più d'impatto, che prevedevano l’uso di guantoni da pugilato, protezioni per i piedi e potevano portare al K.O.


Lo sapevi che Chuck Norris, prima di diventare il protagonista di infinite barzellette, è stato tra i pionieri di questa disciplina? 

Facciamo un salto nel tempo e voliamo al 14 settembre 1974 (il video di youtube offre anche un pratico commento in tedesco): a Los Angeles si tiene il primo campionato di Full Contact Karate, che di lì a poco diventa uno sport vero e proprio: “kickboxing”, “tirare di calcio e di pugno”. 

Da allora la kickboxing ha incorporato stili e tecniche di altri sport da combattimento, rivolgendosi a un pubblico sempre più ampio e oggi include numerose discipline che si distinguono principalmente per la possibilità di vincere per K.O., per le parti del corpo con cui è consentito colpire e per i bersagli ammessi.

Personalmente ho praticato diverse discipline: kick light, savate, low kick e K-1 Rules ed è proprio quest'ultima quella a cui sono più legata.

Quello che oggi è conosciuto come K-1 Rules nasce in Giappone (di nuovo il Giappone...) negli anni ’90 dalla fervida mente di Kazuyoshi Ishii, maestro e promoter geniale.

Geniale, sì, perché in un momento di gravi condizioni socioeconomiche riuscì a lanciare un torneo di proporzioni gigantesche che attirava i migliori atleti al mondo. Alla faccia della crisi!

È il 30 aprile 1993 quando a Tokio viene lanciato il primo Gran Prix (link a tutte le finali con fruibilissimo commento in giapponese!) e per 20 anni il K-1 Tournament è rimasto il più prestigioso torneo internazionale.

E il nome? K-1 era all'inizio il regolamento utilizzato nel torneo, una fusione di Karate (stile Kyokushin che prevedeva ginocchiate e K.O.) e Kickboxing americana. "K" per le iniziali, dunque. Il numero 1, stava per "unico", nel senso di unione di diversi stili.

Curiosità: era previsto il lancio di K-2 e K-3 per altre categorie di peso, ma non presero piede.

La nuova disciplina si diffuse come thai-kickboxing o Japanese kickboxing. Solo più tardi fu ufficialmente battezzata K-1 Rules, anche se in gergo si chiama solo K-1.


È lo stile di kickboxing più completo: ammette ginocchiate, pugni girati e le gambe possono essere colpite dalla caviglia in su, anche l’articolazione. Non prevede lotta come la Muay Thai ma solo qualche secondo di “clinch”, permettendo distanze molto corte e contatto tra i combattenti.

Ma perché ho scelto proprio il K-1? un obiettivo immenso... [continua]